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IL TRACOLLO DELLA CGIL - Nel 2015 ha perso 700.000 iscritti

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Il sindacato di riferimento della sinistra italiana nel 2015 perde il 13 per cento dei suoi 5,6 milioni di iscritti:
esattamente 723.969 unità da inizio gennaio. I numeri precipitano in tutte le categorie: dal commercio (-24%) agli edili /(-21.4%), dall’agricoltura (-20,6%) ai metalmeccanici della Fiom (-12,5%). Dai piani alti del sindacato guidato da Susanna Camusso provano a gettare acqua sul fuoco. Rispetto allo stesso periodo del 2014, però, il saldo negativo è di 110.917 iscritti – cifra che sale a 220.891 se il raffronto viene fatto con il 2013.
Tra i fattori decisivi nella crisi della CGIL c’è sicuramente l’incapacità di dialogare con i giovani: un fenomeno che si riflette nell’accresciuto peso della categoria dei pensionati nelle dinamiche interne al sindacato.
Stiamo vivendo profondi mutamenti nella società e non possiamo rimanere quelli di sempre – spiega Nino Baseotto, della segreteria – Le persone tutelate dal contratto nazionale sono sempre di meno e diventa vitale rivolgerci a tutti gli altri.”

COME DIRE: SMETTIAMO DI RICHIEDERE PER I LAVORATORI CONTRATTI COLLETTIVI ADEGUATI AI COSTI DELLA VITA, APPOGGIAMO IL GOVERNO NELLO SVILUPPO DEL PRECARIATO E PRENDIAMO I SOLDI DAL CAF E DAL PATRONATO

   

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